"Bisogna valorizzare i giovani ad elevata formazione presenti nel Mezzogiorno, evitando la fuga di talenti che sta indebolendo le potenzialità di crescita.” E’ stato questo il passaggio proposto dalla Fondazione Valenzi per il “Messaggio degli Istituti meridionalisti” in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia promosso dalla SVIMEZ e sottoscritto oggi al Cnel da diciotto istituti meridionalisti.
“E’ importante- dichiarano la presidente Lucia Valenzi ed il segretario generale Roberto Race- che il Mezzogiorno nel rinnovare la sua classe dirigente sappia trattenere i migliori talenti del territorio ed attrarne da tutto il mondo perché la sfida si giocherà anche sulle risorse umane che saranno coinvolte in questo processo. Negli ultimi anni la classe dirigente del Sud, infatti, ha consumato il peggiore dei reati: far fuggire i propri giovani costringendoli a lavorare al Nord o all’estero.
Dobbiamo ricordarci tutti dell’accorato appello del Presidente Napolitano nel messaggio di fine anno quando disse che i dati sulla disoccupazione giovanile “debbono diventare l’assillo comune della Nazione. Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia: ed è in scacco la democrazia.”
Seguono il comunicato di Svimez ed il messaggio del Quirinale:
150 ANNI: ISTITUTI MERIDIONALISTI UNITI AL CNEL PER IMPEGNO SUD
“Al di là degli opposti rivendicazionismi, occorre cogliere questa occasione storica per riaffermare ciò che può unire, e non dividere”. In questo senso, occorre pensare al federalismo fiscale non come “una più o meno occulta deprivazione dei più deboli” ma uno strumento di crescita.
E’ l’appello a unire le forze per un comune impegno a sostegno del Mezzogiorno contenuto nel “Messaggio degli Istituti meridionalisti” in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia promosso dalla SVIMEZ e sottoscritto da diciotto istituti meridionalisti presentato stamani al Cnel.
Il documento - Nel documento “gli Istituti meridionalisti riaffermano il comune impegno a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno e a far emergere la natura nazionalmente determinante, destinata cioè a pesare sull’intero Paese, dei macro-problemi meridionali (economici, infrastrutturali, sociali) tuttora aperti a 150 anni dalla Unificazione politica” e “invitano le forze politiche ad impegnare se stesse ed il Paese tutto − con programmi coerenti e con risorse certe − in un’azione coordinata, solidale e corale per lo sviluppo del Sud e per la coesione dell’Italia”.
È questa, continua il testo, “una condizione essenziale per onorare davvero l' impegno ad attuare un equo e responsabile federalismo fiscale, capace così di favorire una effettiva convergenza delle quantità delle dotazioni pubbliche e della qualità dei servizi ai cittadini italiani tutti”, perché “il federalismo fiscale, di per sé, non basta a riavviare un processo di crescita: può essere uno strumento, non la strategia”.
Serve quindi “mettere in campo una politica di sviluppo nazionale, entro cui inserire coerentemente e strategicamente la politica regionale di sviluppo per il Sud”, con “un impegno certo e duraturo nel tempo, che assicuri un flusso di risorse aggiuntive idoneo a sviluppare una precisa linea d' azione” e facendo leva sulla “capacità delle classi dirigenti meridionali, dei responsabili delle Istituzioni e degli Enti locali e territoriali del Sud, di adottare comportamenti che radicalmente si distacchino dalle tanto deludenti esperienze del passato”. Di qui la necessità di “valorizzare i giovani ad elevata formazione presenti nel territorio, evitando che si alimenti quel processo di fuoriuscita di talenti che sta indebolendo le potenzialità di crescita dell’intera area”.
La nota del Quirinale
“Apprezzamento per un’iniziativa che intende offrire uno strumento autorevole di proposta e di confronto” è stata espresso in un messaggio della Presidenza della Repubblica rivolto agli Istituti.
“Il centocinquantenario, continua la nota del Quirinale, può e deve diventare l’occasione per una profonda riflessione critica, definita più volte dal Capo dello Stato “un esame di coscienza collettivo” cui nessuna parte del Paese può sottrarsi. In questa prospettiva, il documento redatto dalle istituzioni meridionaliste costituisce un passo importante cui deve corrispondere l’impegno di tutti per mettere a frutto le risultanze di comuni sforzi di riflessione ed elaborazione”.
Gli Istituti meridionalisti
Il documento è stato promosso e sottoscritto da Animi – Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno, Associazione “Manlio Rossi-Doria”, Associazione Premio Internazionale “Guido Dorso”, Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Centro Studi e Ricerche “Guido Dorso”, Fondazione Angelo Curella, Fondazione Banco di Sicilia, Fondazione Censis, Fondazione “Giustino Fortunato”, Fondazione Mezzogiorno Europa, Fondazione Nitti, Fondazione per il Sud, Fondazione Ugo La Malfa, Fondazione Valenzi, Istituto Banco di Napoli – Fondazione, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Istituto Italiano per gli Studi Storici, SVIMEZ – Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno.
Il Presidente della SVIMEZ
“L’obiettivo di questo documento, che riprende le fila di precedenti incontri promossi dal Presidente Emerito Nino Novacco, ha detto il Presidente della SVIMEZ Adriano Giannola, è creare una rete di quante più associazioni meridionaliste, per alimentare un dibattito culturale troppo spesso purtroppo limitato a posizioni individualiste e contrapposte anche all’interno dello stesso Mezzogiorno.
Auspico in particolare, conclude il Presidente, che da questo incontro nascano nuove collaborazioni tra gli istituti meridionalisti, ma non solo meridionali. Sarebbe infatti importante trasferire anche al Nord questo dibattito, incontrando associazioni dagli obiettivi comuni, per contribuire insieme allo sviluppo culturale del Paese”.